Vado Ligure. “Le ultime dieci centrali a carbone in Italia potrebbero essere dismesse entro qualche anno”. Questo il senso di un passaggio dell’intervista che il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha reso all’emittente Radio Capital in questi giorni.
Una dichiarazione che riapre il dibattito anche a Vado Ligure, dove, per quanto sotto sequestro da due anni, ci sono ancora due gruppi a carbone. Non ci sono reazioni ufficiali da parte di Tirreno Power ma da più parti si pensa che questa affermazione possa preludere a limiti prescrittivi per le emissioni ancora più severi di quelli contenuti nelle autorizzazioni di esercizio dei vari impianti ancora in funzione e nell’Aia per il sito vadese, rendendo così anche il cammino, già complesso, del sito termoelettrico ancora più difficile. In questi mesi Tirreno sta cercando delle soluzioni che pongano al centro l’occupazione per i 200 lavoratori oggi in cassa integrazione e contratto di solidarietà fino a settembre anche se i sindacati lamentano la mancanza di piani in questo senso e attendono l’azienda per un nuovo incontro entro aprile.
Edo Pastorino, segretario della Uiltec regionale, afferma: “Le parole del ministro non mi sorprendono più di tanto, questo percorso ci era già stato indicato grosso modo durante l’ultimo incontro a Roma.
Il carbone è ormai al tramonto come fonte di energia in Italia. Ma c’è troppa confusione e manca ancora un piano energetico nazionale”.