“Chiusura Punto Nascite di Pietra Ligure, ennesima nascita sull’autostrada savonese Questo accade quando ci si affida ai soli numeri e non alle necessità reali dei cittadini . Auguri alla piccola Amaris congratulazioni a mamma e papà , e complimenti al personale medico e ai militi che hanno portato a garantito che tutto andasse bene grazie alla loro professionalità e prontezza”. Comincia così l’attacco della CGIL Savona che punta il dito contro la chiusura del punto nascite a Pietra Ligure.
“Per il resto un’altra vergognosa figura della Regione Liguria ,che non ripristinando il punto nascita di Pietra Ligure ( chiuso da questa Amministrazione regionale a novembre del 2020 ) continua l’opera di smantellamento della sanità pubblica regionale, della sanità territoriale e soprattutto savonese , e mette in seria difficoltà migliaia di cittadini fino a minacciare il diritto alla nascita.
Governo e Regione Liguria vanno a braccetto quando si parla di incentivare le nascite , stanno mettendo in campo azioni che vanno esattamente nel senso opposto.
Da oltre due anni in provincia di Savona nascere per strada è diventata la normalità , siamo la provincia con un record poco invidiabile : abbiamo il maggior numero di nascite nelle piazzole autostradali”, prosegue la CGIL Savona.
“Ma ciò che continua a fare più male è l’pprovazione di questo scempio da parte di chi dovrebbe rappresentare il territorio savonese in Regione ed è seduto tra i banchi della maggioranza e da molti , troppi sindaci del territorio . Sia quando si parla di Punto Nascite, di punti di primo intervento oppure di liste di attesa . Mentre la nostra Provincia, e Regione sprofondano verso il punto di non ritorno in tema di socio sanitario per mancata programmazione ed errori macroscopici come quello di trasformare gli ospedali di Cairo Montenotte e Albenga in ospedali di comunità ( con il rischio di regalarli ai privati dopo avere speso milioni di euro pubblici) .
nel frattempo il territorio attende da mesi di incontrare l’assessore regionale alla sanita.
non si e ancora fatto vivo……
Il silenzio è complicità. Nessuno escluso”, conclude la CGIL.