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I "Ghiringhirini" cuccioli di ghiro accuditi dai volontari dell'Enpa

Sono graziosi e simpaticissimi, anche se impegnativi perché devono essere alimentati ogni due ore compresa la notte;  ma si sono subito guadagnati la simpatia dei volontari della Protezione Animali savonese che li hanno soccorsi, uno in Valbormida, un altro ad Albisola ed una nidiata di otto nel parco del Beigua. Sono cuccioli di ghiro, i cui genitori sono probabilmente morti e loro sono stati trovati ai margini di boschi e segnalati all’Enpa; due volontarie, Anna e Silvia, se li sono divisi equamente e li stanno crescendo non senza fatica ma allietate dai loro gridolini e dalla loro fattiva collaborazione quando li allattano.
I ghiri non sono però molto amati, soprattutto da chi se li trova in soffitta o nel sottotetto o da chi, per una tradizione culinaria non ancora abbandonata malgrado il divieto, li cattura e se ne ciba come,  si narra a Genova, un insospettabile ex personaggio pubblico.
Questi piccoli animaletti dalle abitudini notturne sono vivaci ed intraprendenti, cibandosi non solo di noci, nocciole, ghiande, castagne, frutta ed insetti ma anche di uova e nidiacei di uccelli; con i vegetali si crea nel nido (cavità di alberi, muri o rocce) una provvista di cibo prima di andare in letargo in autunno, per il risveglio di aprile.
I dieci “ghiringhirini”, come li chiamano i volontari, dovranno passare  tutto l’inverno con noi  e  in primavera, raggiunto il giusto peso, saranno liberati in zone rigorosamente lontane dalle abitazioni.

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