Vado Ligure. Esasperati i lavoratori della centrale Tirreno Power di Vado Ligure. Al punto tale di aver deciso di scrivere una lettera aperta perché non vengano dimenticati dopo la chiusura dell’impianto deciso dal tribunale.
Riflettiamo oggi dopo più di due anni di fermo:
– unica “certezza” è la solidarietà fino ad ottobre e poi esuberi
– dopo due anni nessun progetto e un comportamento reticente da parte dell’azienda
– si sarebbero interessati alla nostra vicenda, nell’ordine: istituzioni locali poi regionali poi governo centrale e “costantemente” l’azienda stessa
– RISULTATO: un deserto, iniziative che sfociano in un mare di promesse mai
mantenute per svariati motivi e coincidenze
– ragionando come singolo è indubbio che nei momenti di difficoltà si cerchi sempre un appoggio, un aiuto, un’elemosina magari da qualcuno o da qualche istituzione di cui ci fidiamo.
– è normale pensare che costoro siano per natura più informati o capaci di noi,
soprattutto adesso che ci sono le elezioni e che si presentano i più svariati “salvatori della patria”.
Dopo due anni giocati in questa direzione, andati purtroppo invano, probabilmente l’ultimo tentativo da fare è quello di agire mettendo in gioco noi stessi, le nostre sensazioni, la nostra rabbia; il tutto non può essere lasciato al caso, serve una forte organizzazione.
Non solo la rabbia e la voglia di lottare, purtroppo per necessità ce le mettiamo, al Sindacato chiediamo di metterci l’organizzazione.
Finalizzare la rabbia alla lotta, tutte le altre strade possono essere una soluzione per il singolo ma non per tutti. LA LOTTA PAGA SEMPRE