Via libera definitivo di Regione Liguria alla realizzazione del tunnel sub-portuale, un’opera unica in Italia, che collegherà San Benigno alla Foce passando al di sotto del bacino portuale. A conclusione di un complesso iter durato solamente 11 mesi, si è chiusa oggi con esito positivo la Conferenza di servizi presieduta da Regione, cui ha partecipato una quarantina di Enti e soggetti coinvolti nel progetto tra cui l’Autorità Portuale di Sistema del Mar Ligure Occidentale, il Comune di Genova, la Città Metropolitana e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che, come rappresentante unico statale, ha dato il proprio assenso anche per la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, per l’Agenzia del demanio, per l’Enac, l’Enav, il Comando dei Vigili del fuoco e gli altri enti e amministrazioni statali interessate.
La compatibilità ambientale e tutte le autorizzazioni necessarie alla realizzazione e alla gestione dell’opera saranno contenute nel Paur – Provvedimento autorizzatorio unico regionale.
“Dopo il parere positivo del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il via libera della Regione – affermano il presidente della Regione Giovanni Toti e l’assessore alle Infrastrutture e all’Ambiente Giacomo Giampedrone – è un tassello fondamentale per traguardare l’avvio dei lavori e la realizzazione di quest’opera strategica per Genova e per la Liguria dopo decenni di attesa. Un risultato reso possibile grazie alla sinergia tra tutte le istituzioni coinvolte, unite nell’obiettivo di rendere Genova e la Liguria sempre più attrattive, non solo per i turisti ma anche per gli investimenti e quindi per la crescita e lo sviluppo di questo territorio. Se pensiamo al tunnel, al nuovo waterfront di levante ma anche alle altre infrastrutture in fase di realizzazione come la Diga o il Terzo Valico si intuisce l’enorme trasformazione positiva che stiamo vivendo. Il nostro ringraziamento – concludono – è rivolto al personale della Regione che ha lavorato senza sosta a questa pratica senza perdere neppure un giorno”.
Tra le prescrizioni, alcune presentate da Comune e Regione riguardano la gestione dei materiali di risulta, il monitoraggio della torbidità dell’acqua in fase di lavorazioni e i monitoraggi ambientali successivi a tutela dell’ambiente marino.