Oltre a dare il benvenuto ed augurare buon lavoro alla neo rappresentante del Governo sul territorio provinciale genovese, abbiamo colto l’occasione per ribadire e rafforzare la posizione del nostro sindacato, (primo in questura e nei commissariati della provincia genovese) basata ormai da molto tempo sull’esigenza di intervenire ed al più presto, sul modello delle politiche sulla sicurezza in atto presso il Comune di Genova il quale sta condizionando e mettendo in difficoltà la Polizia di Stato la quale, come noto, sta attraversando un delicato momento di transizione dovuto alla carenza di personale, situazione che interessa tutto il territorio nazionale e che necessita di un attenta ed oculata gestione delle esigue risorse umane a disposizione, in attesa degli effetti auspicati del graduale rafforzamento in atto, dovuto alle nuove assunzioni che lentamente stanno colmando il vuoto generazionale causato dalla scellerata e miope scelta di bloccare per 15 anni i concorsi pubblici.
Alla Prefetto abbiamo riferito che Il “modello muscolare securtario” della divisa a tutti i costi nel Centro Storico, voluto fortemente dalla giunta comunale genovese, deve essere gradualmente riassorbito attraverso politiche ragionate ed equilibrate in modo da offrire al cittadino genovese uno specifico modello di sicurezza, basato non solo sulla attività di ordine pubblico o repressiva ma anche sulla prevenzione dei reati.
Modello che in questi ultimi anni ha depotenziato e svilito l’importanza dell’attività investigativa e d’intelligence svolta dalle squadre di polizia giudiziaria che lavorano sul territorio, sempre più compressa e difficoltosa a causa dell’effimera azione mediatica messa in campo nel Centro Storico di Genova.
Inoltre serve un rapido cambio di rotta verso investimenti proficui per sradicare in profondità il disagio sociale e urbanistico che affligge in particolare le periferie della città metropolitana di Genova.
Abbiamo espresso alla neo Prefetto la nostra profonda preoccupazione rispetto al fatto che in Liguria si continua a parlare troppo poco del fenomeno che oggettivamente interessa sempre più profondamente, anche se in modo silente, il nostro territorio regionale ovvero la criminalità organizzata di stampo mafioso che gestisce il dilagante fenomeno dello spaccio di stupefacenti ed è per questo che il nostro sindacato non perde mai l’occasione per ribadire la necessità di investire risorse sull’attività investigativa
Pertanto abbiamo colto l’occasione di ribadire alla rappresentante del Governo i contenuti del nostro dibattito sulla “sicurezza percepita”tenutosi a Genova il 28 ottobre u.s. durante il quale il SIAP ha rilanciato l’esigenza di rafforzare le politiche sulla sicurezza attraverso la sottoscrizione dei cosiddetti “Patti sulla Sicurezza” da parte del Sindaco e del Prefetto, previsti dal Decreto Minniti sulla Sicurezza Urbana (dl 14/2017), ovvero un vero e proprio impegno politico sulla sicurezza urbana dei genovesi, finalizzato a sradicare il degrado sociale ed urbano attraverso un costruttivo ed efficace coordinamento con la Polizia Locale i cui organici superano quelli della Questura e di tutti i commissariati genovesi, compresi anche quelli dei Commissariati ddi Chiavari e Rapallo che si trovano nel Tigullio e che naturalmente non hanno nulla a che fare con il Comune di Genova.
Come detto prima, la Polizia di Stato deve fare i conti con la carenza di risorse ed è per questo che abbiamo riportato alla Prefetto il nostro auspicio sul fatto che l’imminente insediamento del nuovo Questore, in sostituzione dell’ormai uscente Questore D’Anna, per raggiunti limiti d’età, possa rappresentare un occasione per rimodulare l’assetto organizzativo della Polizia di Stato sul territorio genovese a partire da un ottimizzazione del controllo del territorio attraverso un concreto rafforzamento funzionale delle “volanti” dell’ Ufficio Prevenzione Generale della Questura riducendo il carico di lavoro dei Commissariati sezionali (Sestri Ponente, Prè, Foce Sturla, Nervi). Stesso dicasi per gli uffici denunce che, sempre negli stessi Commissariati, non riescono più a garantire una continuità di servizio alla cittadinanza e che potrebbe essere migliorato grazie ad
un mirato rafforzamento dell’Ufficio denunce della Questura e dei Commissariati Polo (Centro, Cornigliano e San Fruttuoso).
A proposito di ottimizzazione delle risorse abbiamo informato la Prefetto in merito all’ottima proposta avanzata dal Vicario della Questura, dottor Pietro Morelli di aprire un tavolo di confronto sindacale sulla possibilità di creare un Polo unico della Polizia di Stato genovese sul Codice Rosso, scelta organizzativa che coniugherebbe, da un lato la diminuzione dei carichi di lavoro nei commissariati, squadra mobile, Upg e Anticrimime ed il miglioramento dell’offerta di un servizio sempre più efficace su un argomento delicatissimo che tratta il preoccupante fenomeno sociale dei femminicidi.
In conclusione siamo molto soddisfatti dell’incontro perché abbiamo apprezzato l’evidente sensibilità dimostrata dalla nuova Prefetto sulle tematiche rappresentate del nostro sindacato.
In particolare ha esplicitamente evidenziato che occorre un concreto e reale coordinamento tra le forze in divisa oggi in campo a Genova: da un lato le esigue risorse professionali a disposizione della Polizia di Stato e dall’altro il numero notevole di agenti della Polizia Locale che sono stati assunti massicciamente da un Sindaco che da sempre si è contraddistinto per puntare e molto su un taglio fortemente securtario in particolare nel Centro Storico di Genova.
Condividiamo in pieno quanto sostenuto dalla Prefetto sul fatto che tutte le forze in campo, nessuna esclusa, debbano essere valorizzate in base alle proprie specifiche competenze istituzionali, per questo auguriamo che nei prossimi mesi arrivino i primi segnali di discontinuità rispetto al passato all’interno del tavolo del comitato per l’ordine la sicurezza pubblica e che si possa finalmente aprire anche il tavolo della cosiddetta “sicurezza urbana” dove finalmente si potranno affrontare tematiche sulla sicurezza ad ampio respiro e non solo quelle finalizzate ad organizzare servizi di polizia mediatici in particolare per quelli riferiti al mantenimento dell’ordine e la sicura pubblica.