Trasformare l’area di via Porro da passaggio secondario a vero e proprio quartiere urbano in cui si avvicendano attività diversificate e, con esse, nuovi abitanti altrettanto differenziati per fasce: i già residenti, i nuovi ingressi con particolare attenzione per i giovani nuclei famigliari e gli studenti. Un modo per incrementare le relazioni con le altre polarità della zona ed accrescere funzionalità e attrattività della zona.
È questo l’obiettivo degli “Studi per una valorizzazione socio-urbana di via Porro“, realizzati dal Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova con il coordinamento di Spim, la società che sta realizzando l’efficientamento e il recupero degli immobili, e la regia del Comune di Genova.
Questa mattina i progetti sono stati illustrati a Palazzo Tursi alla presenza del vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Pietro Piciocchi, dell’amministratore delegato di Spim Stefano Franciolini e della professoressa del dipartimento di Architettura e Design dell’Università di Genova Maria Elisabetta Ruggiero che, insieme a Ruggero Torti, ha collaborato con il gruppo di lavoro condotto da Maria Linda Falcidieno.
«Sin dopo la tragedia di Ponte Morandi la riqualificazione e la valorizzazione socio-urbana di via Porro sono rientrati fra gli obiettivi prioritari della nostra Amministrazione, nel ricordo e nel rispetto di coloro che tanto hanno sofferto in questa immane tragedia – dichiara Pietro Piciocchi, vicesindaco e assessore ai lavori pubblici -. I preziosi studi realizzati dal Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova che sono stati svolti con il coordinamento con Spim, la società comunale di valorizzazione del patrimonio immobiliare di cui sono responsabile in Giunta, dimostrano che operando in sinergia con competenza e passione è possibile trovare soluzioni eccellenti che, integrate con ulteriori aree, permetteranno la realizzazione di un unico ampio progetto che cambierà la percezione e la vivibilità di quel territorio moltiplicandone gli effetti positivi a beneficio di tutta Genova».
In collegamento da remoto è intervenuta anche Egle Possetti, rappresentante del Comitato dei parenti delle vittime del Ponte Morandi, che ha sottolineato: «Si tratta di un progetto bellissimo che viene incontro alle nostre aspettative evitando che il Memoriale diventi una cattedrale nel deserto e il quartiere rimanga un’area periferica trascurata. La memoria deve essere viva e questa idea, che mette insieme diverse aree e si intreccia con il Cerchio Rosso, rappresenta un risvolto positivo nel tanto male che ci ha toccato personalmente e che ha coinvolto l’intera città».
Nel frattempo Spim, già protagonista operativa del recupero della zona, sta sviluppando una piattaforma che consentirà in via telematica la definizione della graduatoria per assegnare in locazione entro la data-simbolo del 14 agosto (quinto anniversario del crollo del Ponte Morandi) i primi dei 127 appartamenti totali, quelli dell’immobile di via Porro 6. Si tratta di un software messo a punto con le Politiche della Casa del Comune di Genova che, affiancando la procedura cartacea, creerà un database per permettere una gestione a medio e lungo termine garantendo l’assegnazione degli appartamenti alle figure previste di base dalla legge regionale con qualche ampliamento: giovani coppie di sposi, anziani o famiglie con anziani, forze dell’ordine e trasfertisti del mondo universitario. Criteri di priorità saranno l’Isee e la residenza a Genova. I costi di affitto per appartamenti della dimensione di 65 mq saranno compresi tra i 300 e i 450 euro mensili. Questa attività concreta sta già guardando alle suggestioni future proposte dagli studi di UniGe.
«Dopo la collaborazione sugli Archi di Genova e Palazzo Galliera, abbiamo coinvolto il Dipartimento Architettura e Design dell’Università di Genova per mettere a punto uno studio di rigenerazione urbana per via Porro che supporti l’obiettivo di conferire al quartiere la giusta qualità residenziale, integrando esigenze lavorative e ludiche – spiega Stefano Franciolini, amministratore delegato di Spim -. Non vogliamo avere un quartiere dove si transita semplicemente, vogliamo disegnare una zona che abbia una sua identità, un territorio che “appartiene” a chi ci abita, con una sua immagine di umanità e facilità di movimento, capace di dare opportunità di fruizione a tutti».
Il contributo del dipartimento Architettura e Design è partito dalla lettura percettiva di alcuni elementi sostanziali: la relazione visiva con le aree limitrofe, l’individuazione di cesure visuali, l’analisi del linguaggio urbano e architettonico tenendo sempre in grande considerazione il nuovo ponte San Giorgio e la memoria del preesistente.
Per quanto concerne via Porro, si è pensato ad una sistemazione dell’area di rispetto che la separa dalla ferrovia, rendendola terrazzata, vivibile e con piantumazioni a verde pubblico e orti condominiali di pertinenza degli edifici ristrutturati da Spim. Inoltre, per rendere percettivamente intuibile la presenza del parco previsto dall’architetto Boeri situato ad una quota superiore, quindi non direttamente visibile, si è ideato un rivestimento musivo della parete che lo costeggia in modo da “raccontare” la presenza di tale spazio attraverso la realizzazione di immagini facilmente manutenibili, ad esempio realizzate con tassellazioni ceramiche lavabili e sostituibili anche singolarmente. Molta attenzione è stata anche riservata agli interventi dedicati alla qualità dello spazio di percorrenza, pedonalizzando e riqualificando gli accessi, nonché spostando gli attuali parcheggi su via Fillak e ridefinendone la struttura da lineare a lisca di pesce in modo da aumentarne la numerosità.
L’obiettivo complessivo degli studi messi a punto dall’Università è quello di incrementare le relazioni con altre polarità vicine per accrescere la funzionalità e l’attrattività dell’area di via Porro mettendola in relazione anche fisica con il progetto del “Cerchio Rosso” dello studio Boeri. In particolare, si è lavorato sulla proposta di una rampa di collegamento e con la realizzazione di alcuni segni a scala urbana (sedute, colorazioni di collegamento sui percorsi, ecc.) in continuità cromatica con tale opera. Analogo collegamento, stavolta tramite una passerella ciclo-pedonale, è stato proposto per la zona già oggetto di recupero come impianto sportivo nonché per i parcheggi e la stazione metro di Brin.
Lo studio dell’ateneo genovese indica anche alcune proposte di ridestinazione d’uso a partire dalla presenza di punti di servizio commerciali per il quartiere: minimarket, farmacia, tabaccheria, luoghi di ristoro, di ritrovo per residenti, ecc. ma anche di asili parentali, residenze agevolate per famiglie e studentati e punti di aggregazione per anziani.