Angelo Berlangieri, presidente dell’Unione Industriali di Savona lancia ancora un grido di allarme sul tema della viabilità provinciale: “Nonostante ripetuti appelli e numerose sollecitazioni a tutti i livelli, la situazione della mobilità di persone e merci nella nostra provincia resta fortemente critica, aggravata dalla combinazione di lavori di manutenzione delle autostrade e sulle direttrici provinciali: nel solo tratto di Aurelia tra Finale Ligure e Albissola si contano in questi giorni quattro interruzioni con semaforo, inaccettabile. Siamo i primi a sostenere la necessità di ammodernamento e implementazione della rete e siamo consapevoli che effettuare lavori comporta oneri, tra i quali i disagi. Ci troviamo però di fronte al sovrapporsi continuativo nel tempo d’interventi non di ammodernamento, ma di manutenzione straordinaria che, una volta conclusi, ci restituiranno un’infrastruttura messa in sicurezza propagandata come un grande risultato. Non è possibile un’opzione contraria, è un obbligo giuridico e morale del concessionario e non un investimento per il territorio. L’infrastruttura rimane invariata e assolutamente inadeguata, come già prima, a reggere i volumi di traffico merci e persone. Senza contare che la mole di lavori in corso e il loro perdurare nel tempo sono risultato di decenni in cui poco o nulla si è fatto, e della corsa ai ripari indotta drammaticamente dalla tragedia del Morandi”.

“A pagarne le conseguenze è chi vive e lavora sul nostro territorio e il suo tessuto produttivo, che non solo perde quote di competitività rispetto ad aree che non hanno questi problemi, ma che vede anche compromesse normali attività di gestione della vita delle proprie imprese, dalla turnazione del personale agli extra costi per il trasporto, ai ritardi nei tempi di consegna in entrata o in uscita delle merci. La capacità di adattamento e sopportazione è al limite. E quando si chiede ai responsabili Aspi delle tratte interessate di raccontare la programmazione futura dei lavori alle nostre imprese, per poter agire di conseguenza, l’unica risposta che otteniamo è il silenzio. Oltre al danno, la beffa: i settori produttivi del territorio sono stanchi e stufi di questa situazione insostenibile, serve un netto cambio di passo”.