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Tirreno Power, reazioni preoccupate per i 188 esuberi

Vado Ligure. Sconcerto e preoccupazione nel mondo politico e sindacale il giorno dopo la comunicazione a Roma da parte di Tirreno Power di 188 esuberi nelle varie sedi sparse per l’Italia, 114 soltanto a Quiliano – Vado. Un comunicato emesso dai tre sindacati confederali di categoria nazionali Filctem- Cgil, Flaei – Cisl, Uiltec –Uil recita: “Si tratta di una posizione inaccettabile da parte dell’azienda.
A fronte dell’uscita dalle produzioni energetiche a carbone non c’è un piano alternativo credibile per la reimpiegabilità del personale coinvolto dalla crisi. Quanto presentato da Tirreno è allo stato gravemente insufficiente ed aleatorio. Al Mise il 4 luglio pur perdurando una grave crisi del settore termoelettrico Tirreno ha l’obbligo di trovare una soluzione complessiva credibile e sostenibile.
Non è accettabile che in questo settore siano stati ottenuti negli anni passati ricavi da capogiro e che ora i lavoratori paghino per intero le difficoltà che si riscontrano. Per questo abbiamo confermato lo sciopero nelle varie sedi per martedì prossimo e abbiamo anche indetto un presidio a margine del tavolo romano al Mise del 4 luglio”. Anche in centrale chi come Maurizio Perozzi, delegato Rsu per la Cisl ha lottato per anni a fianco dei suoi colleghi ora tende ad essere colto dallo scoraggiamento: “Ho idea che con questo ultimo passaggio siamo davvero arrivati in fondo ma in modo drammatico a questa vicenda. C’è poco tempo per poter agire anche perché tra poco sull’Italia sarà periodo di ferie e c’è il rischio concreto che a ottobre partano le prime lettere di licenziamento. Siamo stati presi in giro per troppo tempo.
Ora ci propongono anche di destinare le aree a carbone ad altre attività, ma sappiamo bene che nel Savonese ci sono già altre aree del genere pronte per ricevere insediamenti, ma nessuno investe perché la verità che questa regione è il profondo sud del nord Italia. Il 4 luglio a Roma sarà l’ultima spiaggia, o come recita il titolo di un film nasciamo il 4 luglio ma sarà improbabile, o siamo destinati a morire come realtà produttiva”.
Amara la festa patronale anche per il sindaco di Vado Monica Giuliano che comunque resta battagliera: “Non ci accontentiamo di sapere che sulle aree si potrà realizzare qualcosa, vogliamo capire cosa si realizzerà e l’azienda non pensi di scaricare tutto sui lavoratori perché avrebbe fatto davvero male i suoi conti. Presenti piuttosto piani credibili”.
Anche la parlamentare Pd Anna Giacobbe scende in campo e indica nell’azienda le principali responsabilità: “Non hanno investito quando avrebbero potuto e dovuto farlo. Solo così si poteva uscire in modo meno rovinoso dalle produzioni a carbone, ora non pensino i vertici di questa azienda di cavarsela facendo gli immobiliaristi Non sono solo 188 i lavoratori fuori ciclo produttivo ma stando a quanto afferma la Prefettura dal 2014 ad oggi  ce ne sono stati ben altri 853”.

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