A 84 anni è morto Maurizio Costanzo, volto celebre della televisione italiana e del giornalismo. Era nato a Roma nell’agosto 1938, dopo il diploma in ragioneria nel 1956 iniziò giovanissimo la sua carriera di giornalista e, solo pochi anni più tardi, di autore radiofonico e televisivo. Cominciò la sua carriera nella carta stampata al Corriere Mercantile di Genova. Successivamente a 22 anni comincia a collaborare con TV Sorrisi e Canzoni, intervista fra l’altro Totò, pochi anni più tardi, nel 1960, diventa caporedattore della redazione romana del settimanale Grazia. Nel 1963 esordisce come autore radiofonico per uno spettacolo affidatogli da Luciano Rispoli – allora caposervizio del varietà a Radio Rai – dal titolo Canzoni e nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. Nel 1966 è coautore del testo della canzone Se telefonando, scritto insieme con Ghigo De Chiara, con musica di Ennio Morricone e portata al successo da Mina.
Costanzo è anche co-ideatore del personaggio Fracchia creato e impersonato da Paolo Villaggio, che lui stesso scopre nel 1967 e incoraggia a esordire in un cabaret di Roma.
A partire dalla metà degli anni settanta è ideatore e conduttore di numerosi spettacoli televisivi improntati a un genere allora agli albori, quello del talk-show: Bontà loro (1976-1978), quindi Acquario (1978-1979), Grand’Italia (1979-1980) e Fascination (1984). Queste esperienze lo portano a realizzare il suo spettacolo televisivo più famoso, celebrato e longevo, il Maurizio Costanzo Show talk show, registrato al Teatro Parioli di Roma, di cui Costanzo è diventato anche direttore artistico dal 1988 al 2011.
Il successo di tali programmi è dato anche dalla particolare tecnica d’intervista di Costanzo, che «è un pontefice dell’interruzione. Riesce cioè a far dire, a far seguitare la conversazione e il ragionare, inframmezzandosi al discorso altrui e nello stesso tempo rendendolo possibile. […] Costanzo è maestro di allusioni, che accenna e lascia sospese, quasi fossero da concludere da parte dell’interlocutore o dell’uditorio».
Amico del giudice Giovanni Falcone, ospite alle sue trasmissioni, Costanzo si impegnò come uomo e giornalista nella lotta alla mafia. In seguito all’omicidio di Libero Grassi, appena un mese dopo, Costanzo e Michele Santoro realizzarono una maratona Rai-Fininvest contro la mafia. Memorabile rimase la scena in cui Costanzo bruciò in diretta una maglietta con scritto “Mafia made in Italy“. Proprio questo suo impegno sembra essere la causa, il 14 maggio 1993, di un attentato: una Fiat Uno imbottita di novanta chilogrammi di tritolo esplose a Roma in via Ruggero Fauro (vicino al Teatro Parioli), attentato da cui uscì miracolosamente e casualmente illeso.
Il sindaco di Genova Marco Bucci si unisce al cordoglio per la morte di Maurizio Costanzo, avvenuta questa mattina a Roma: “Se ne va l’inventore del talk show italiano e uno dei più grandi innovatori nella storia della nostra televisione. Costanzo è stato un autore e sceneggiatore di programmi di successo, ma mi piace ricordarlo soprattutto come giornalista protagonista dell’informazione italiana degli ultimi 50 anni, che, giovanissimo, mosse i suoi primi passi nella redazione del Corriere mercantile qui a Genova”.
Anche la Regione Liguria esprime il suo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Costanzo: “Addio a un pezzo di storia del giornalismo – il commento del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – un pilastro della televisione italiana, della quale è stato protagonista per tanti anni, innovandone forma e contenuti.
Un personaggio molto popolare e amato dal pubblico, per la sua capacità di entrare nelle case degli italiani in punta di piedi, con il suo stile gentile e garbato, ma soprattutto un giornalista di razza, che ha sempre svolto il suo lavoro con grande coraggio e professionalità, senza mai fare passi indietro nemmeno nei momenti più difficili o di fronte alle minacce della criminalità.
Con la sua scomparsa, il giornalismo italiano diventa un po’ più povero”.