Attualità Genova

Beni confiscati, a Genova 68 immobili

Sono 68 gli immobili confiscati alle mafie a Genova, dei quali 44 provenienti dalla “Confisca Canfarotta” (di questi 44 40 sono stati assegnati a finalità sociali, 2 istituzionali e due non sono ancora stati dati in concessione), tutti di civica proprietà. Di questi 68, 12 sono stati assegnati a usi civici, mentre 40 sono stati stati assegnati a scopo associativo. Solo 11 quelli in attesa di assegnazione.

Sono questi emersi durante la commissione ad hoc che si è tenuta questo pomeriggio, in cui l’assessore al Patrimonio Francesco Maresca ha fatto il punto sullo stato dell’arte.
Tramite un fondo di Regione Liguria, sono stati assegnati alla città di Genova fondi per 500mila euro, una cifra che l’amministrazione conta di portare a 600mila entro l’anno: al momento ne sono stati utilizzati circa 400mila, che sono serviti alla valorizzazione e al recupero infrastrutturale di 33 immobili.

«C’è un lavoro immenso dietro – spiega l’assessore al Patrimonio Francesco Maresca – che coinvolge i nostri uffici, i consiglieri, la Direzione antimafia e la procura. Sono tutti soggetti che ringrazio per il lavoro che svolgono. Siamo consapevoli che al momento sono ancora presenti alcune criticità legate ad alcuni immobili, ma stiamo cercando di lavorare affinché queste possano essere risolte. Abbiamo in cantiere anche l’organizzazione di un Festival dei beni confiscati, sulla scorta di quelli che si tengono in altre grandi città, dove vorremmo far intervenire, al di là dei colori di partito, personalità di spicco della lotta alla mafia, associazioni, magistrati e tutti coloro i quali da anni combattono questo nemico che ancora si insinua nella nostra società».

I locali e gli immobili confiscati vengono messi a disposizione tramite bando – reperibile sull’albo pretorio del comune – e recentemente sono stati pubblicati quelli per dei locali – due magazzini e un appartamento – in via Soziglia, piazza San Giorgio e vico Mele.

Tra le proposte pervenute in commissione quella di destinare uno o più immobili ai CAV – Centri antiviolenza e alle associazioni che si occupano di violenza maschile sulle donne, per cercare di poter creare case rifugio idonee a tutelare e a far recuperare l’indipendenza alle donne vittime di violenza.

Allo studio anche l’individuazione di un immobile da intitolare ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli della lotta alla mafia, proposta arrivata per dove del consigliere Nicholas Gandolfo e della lista Liguria al centro.

 

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