Genova. In Liguria la quasi la totalità dei Comuni (il 91%) presenta abitazioni nelle aree più pericolose e solo in pochissimi casi per queste siano stati effettuati interventi di delocalizzazione. Anche per le industrie presenti nelle zone a più alta esposizione dei comuni risulta che solo nel 9% dei casi si siano attivate misure di allontanamento. L’86% dei comuni ha aggiornato invece il proprio piano di emergenza.
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“E’ necessario – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – affrontare il problema del dissesto idrogeologico attraverso una visione ampia ed una pianificazione puntuale. Se in alcuni casi sono iniziati lavori per mettere in sicurezza il territorio così come programmato dalla missione “Italia Sicura”, molti territori nell’entroterra e diverse infrastrutture, in particolare quelle stradali e ferroviarie, continuano ad essere soggette ad un elevatissimo rischio, come dimostra la frana che spezza in due la nostra Aurelia”.
I geologi hanno censito per la Liguria la presenza di oltre 7000 frane e un dossier RFI, per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, ha rilevato, tra diversi livelli di pericolosità ed urgenza per gli interventi di messa in sicurezza, una frana incombente sui binari ogni 236 metri.