“La proposta, da tempo formulata dalle associazioni locali, in contrasto con il preventivato spostamento a monte del tracciato ferroviario Finale/Andora, trova fondamento in chiari e oggettivi ragionamenti che confermano le aspettative di utenti, cittadini residenti e pendolari, turisti e operatori del settore agricolo, turistico, industriale e dell’economia locale. Innanzi tutto, si ritiene il servizio ferroviario conforme e insostituibile mezzo di trasporto atto a contrastare quello automobilistico, costoso, invasivo e inquinante”. Lo affermano Assoutenti Savona, WWF Savona e Comitati locali, che proseguono: “Il servizio ferroviario, per essere efficace e produttivo, deve trovare la giusta collocazione logistica, con una comoda accessibilità e adeguate strutture che soddisfino le esigenze e i bisogni dei viaggiatori. Qualsiasi collocazione inadeguata produce danni inestimabili che ricadono poi sulla comunità”.
“In sostanza, la rete ferroviaria e le relative fermate e stazioni debbono ricadere nell’ambito urbano o nelle sue assolute vicinanze. L’esempio disastroso nella provincia di Imperia dimostra che la soppressione delle stazioni e il decentramento di quelle rimaste hanno provocato un danno ai comuni che sono rimasti isolati, un danno alle falde idriche e ai pendolari; esempio tra tutti, quello dei giovani delle scuole superiori. La provincia di Imperia ha avuto un abbandono delle scuole del 22,29%, più del doppio della media nazionale, record europeo. Da un sondaggio è emerso che, a causa della mancanza del servizio di trasporto, non riescono più a raggiungere gli istituti”.
“Tenendo conto di questi aspetti fondamentali, la nostra proposta è quella di utilizzare le tecniche più innovative per il raddoppio. Il tracciato lineare attuale è di circa 2 km più breve di quello a monte, senza curve e saliscendi. Il tratto da Loano ad Albenga, di circa 10 km, è già a doppio binario e, da Ceriale ad Albenga, corre su un rilevato indispensabile per salvaguardare la pianura albenganese dalla corrosione marina, con costi che solo la Rete Ferroviaria Italiana riesce a sopportare”, proseguono.
“Lasciando la struttura così com’è in esercizio attualmente e salvando la stazione di Albenga, si manterrebbe un servizio essenziale per la città, non solo per il servizio passeggeri, ma anche come scalo merci. Spostare la stazione a Bastia, oltre ai danni ambientali e all’agricoltura, comporterebbe costi e sacrifici assolutamente ingiustificati”.
“Da Albenga ad Andora, il raddoppio dovrebbe garantire un’adeguata stazione ad Alassio, mentre quella in progetto appare non adatta per una città proiettata verso un futuro che tutti ci auguriamo prospero e felice – concludono – Non avere coinvolto e ascoltato le associazioni e i Comitati locali nell’elaborazione dei progetti potrà ricadere sfavorevolmente su un territorio in balia degli eventi, dove si tace e si subisce, ipotecando il futuro con decisioni prese altrove”.