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Savona si mobilita contro il rigassificatore: in 2000 in corteo per dire “NO”

Duemila persone circa si sono radunate in Piazza Sisto IV per ribadire la loro contrarietà alla posizionamento della nave rigassificatrice al largo di Savona e Vado Ligure previsto nel 2026. La protesta di piazza, culminata con una fiaccolata che ha attraversato le vie della città fino a concludersi in Piazza del Brandale. Oltre alle migliaia di cittadini hanno preso parte alla manifestazione molti sindaci del Territorio (Quiliano, Altare, Carcare, Savona, Albissola), le associazioni e la CGIL.

Prima della partenza del corteo, il Sindaco di Savona, MArco Russo ha tenuto un breve discorso: “Questa volta ci riuniamo nuovamente usando due simboli molto importanti  le fiaccole che iniziamo ad accendere per dare un futuro al nostro territorio, simbolo della luce delle idee che ciascuno di noi reggendole porta avanti. L’altro simbolo è il suono della Campanassa. Questi rintocchi toccano la nostra identità di un territorio che non vuole il rigassificatore.

Stanno emergendo le inadeguatezze, la superficialità delle scelte iniziali. È un progetto sempre meno difendibile se mai lo è stato nel passato. Noi andiamo avanti, siamo la testimonianza del futuro, portatori della nostra identità”.

 

“I promotori del progetto FSRU “Alto Tirreno” devono essere ben consapevoli che i savonesi non intendono barattare: – il proprio futuro economico, a forte matrice turistica – il proprio mare e territorio, tanto pregiati a livello ambientale, quanto fragili come ecosistemi – la propria incolumità di fronte ad un nuovo impianto ad alto rischio d’incidente rilevante, che nelle sempre più frequenti ed estreme condizioni meteomarine avverse o in caso di tensioni geopolitiche costituirebbe facile bersaglio per attacchi terroristici dalle conseguenze devastanti. Tutto ciò Savona non lo accetterà mai, a nessuna condizione. Savona e nessuno dei Comuni direttamente interessati dal progetto, è più disposto a svendere la nostra costa ricca di Bandiere Blu, e il nostro entroterra rigoglioso a chi vuole trasformarli in luoghi per nuovi insediamenti industriali e relative servitù. L’intera provincia savonese ne è già satura e con estrema fatica è riuscita a trovare un proprio equilibrio, conciliando industria e turismo, quest’ultimo in netta crescita e in forte miglioramento qualitativo e occupazionale”, hanno detto gli organizzatori.

“Solo Regione e Provincia di Savona sembrano sorde di fronte alla forte mobilitazione che non accenna a diminuire, anzi si rafforza. Peraltro, nemmeno le istanze sindacali trovano sponda nella Regione che, nonostante i dati occupazionali della provincia dimostrino il fallimento delle politiche regionali sul territorio, non accenna a cambiare strategia. Savona è l’unica Provincia della Regione Liguria che non cresce dal punto di vista occupazionale, che ha il livello di precarietà più alto, un gap infrastrutturale vergognoso, una Provincia in cui Governo e Regione sono incapaci di mettere a terra politiche industriali serie e di risolvere le crisi industriali presenti da tempo”, ha affermato la CGIL Savona.

“E in aggiunta a questa situazione disastrosa, anziché cambiare atteggiamento, si continua a perseguire modelli di sviluppo che peggiorerebbero la qualità della vita, del lavoro, dell’ambiente e dell’economia del territorio già reso fragile da scelte politiche nazionali e regionali profondamente sbagliate”.

“Dalla Regione Liguria ci aspettiamo risposte sulle numerose questioni aperte che continuano invece ad essere eluse con un disimpegno politico che non può più essere accettato, a partire dalla drammatica situazione in cui versa la sanità, alla risoluzione delle crisi industriali e lo sblocco delle infrastrutture nuove e da manutenere che continuano a mettere in ginocchio l’economia savonese e la mobilità di migliaia di cittadini”.

 

 

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