Duemila persone circa si sono radunate in Piazza Sisto IV per ribadire la loro contrarietà alla posizionamento della nave rigassificatrice al largo di Savona e Vado Ligure previsto nel 2026. La protesta di piazza, culminata con una fiaccolata che ha attraversato le vie della città fino a concludersi in Piazza del Brandale. Oltre alle migliaia di cittadini hanno preso parte alla manifestazione molti sindaci del Territorio (Quiliano, Altare, Carcare, Savona, Albissola), le associazioni e la CGIL.
Stanno emergendo le inadeguatezze, la superficialità delle scelte iniziali. È un progetto sempre meno difendibile se mai lo è stato nel passato. Noi andiamo avanti, siamo la testimonianza del futuro, portatori della nostra identità”.
“I promotori del progetto FSRU “Alto Tirreno” devono essere ben consapevoli che i savonesi non intendono barattare: – il proprio futuro economico, a forte matrice turistica – il proprio mare e territorio, tanto pregiati a livello ambientale, quanto fragili come ecosistemi – la propria incolumità di fronte ad un nuovo impianto ad alto rischio d’incidente rilevante, che nelle sempre più frequenti ed estreme condizioni meteomarine avverse o in caso di tensioni geopolitiche costituirebbe facile bersaglio per attacchi terroristici dalle conseguenze devastanti. Tutto ciò Savona non lo accetterà mai, a nessuna condizione. Savona e nessuno dei Comuni direttamente interessati dal progetto, è più disposto a svendere la nostra costa ricca di Bandiere Blu, e il nostro entroterra rigoglioso a chi vuole trasformarli in luoghi per nuovi insediamenti industriali e relative servitù. L’intera provincia savonese ne è già satura e con estrema fatica è riuscita a trovare un proprio equilibrio, conciliando industria e turismo, quest’ultimo in netta crescita e in forte miglioramento qualitativo e occupazionale”, hanno detto gli organizzatori.
“Solo Regione e Provincia di Savona sembrano sorde di fronte alla forte mobilitazione che non accenna a diminuire, anzi si rafforza. Peraltro, nemmeno le istanze sindacali trovano sponda nella Regione che, nonostante i dati occupazionali della provincia dimostrino il fallimento delle politiche regionali sul territorio, non accenna a cambiare strategia. Savona è l’unica Provincia della Regione Liguria che non cresce dal punto di vista occupazionale, che ha il livello di precarietà più alto, un gap infrastrutturale vergognoso, una Provincia in cui Governo e Regione sono incapaci di mettere a terra politiche industriali serie e di risolvere le crisi industriali presenti da tempo”, ha affermato la CGIL Savona.
“E in aggiunta a questa situazione disastrosa, anziché cambiare atteggiamento, si continua a perseguire modelli di sviluppo che peggiorerebbero la qualità della vita, del lavoro, dell’ambiente e dell’economia del territorio già reso fragile da scelte politiche nazionali e regionali profondamente sbagliate”.
“Dalla Regione Liguria ci aspettiamo risposte sulle numerose questioni aperte che continuano invece ad essere eluse con un disimpegno politico che non può più essere accettato, a partire dalla drammatica situazione in cui versa la sanità, alla risoluzione delle crisi industriali e lo sblocco delle infrastrutture nuove e da manutenere che continuano a mettere in ginocchio l’economia savonese e la mobilità di migliaia di cittadini”.