Sarà un’inaugurazione impropria quella della struttura Enpa di Cadibona che avverrà oggi mercoledì 7 giugno, perché non ci saranno coloro che l’hanno voluta e realizzata.
E’ grazie alla loro attività – per molti cinquantennale – che hanno ottenuto per l’Enpa un lascito (Garea del Forno) per le spese di costruzione della struttura, realizzata con un reparto cani (30-60 ospiti), un settore gatti (obbligatorio, anche se avevano già il gattile AmicoGatto di Albissola) ed un’area per la fauna selvatica. Il vecchio canile, nato nel 1960 per opera di Ada Frè, fu l’unica salvezza per i cani randagi della provincia per molto tempo; vi si formarono e collaborarono i volontari “storici” dell’associazione (T. Guarino, G.B. Buzzi, A. e P. Formisano, C. Coniglio, N. Giachero, G. Milazzo, S. Donato, T. Bruno, S. Tallariti, etc.).
Dopo un’odissea burocratica di 14 anni, su un progetto di base elaborato gratuitamente da T. Guarino e G.B. Buzzi, i lavori iniziarono nel 2017; ma quasi alla fine, a dicembre del 2020, intervenne la sede centrale Enpa (presidente nazionale on.le Carla Rocchi, vice Massimo Pigoni e la nuova “collaboratrice” S. Santini), che senza motivo sciolse il consiglio direttivo della sezione (L. Novaro, G.B. Buzzi, L. Finocchi, I. Giorselli e G. Branda) e nominò un commissario con cui, malgrado l’ingiustizia sofferta e per non ritardare i lavori e le tante iniziative animaliste in corso, i decaduti collaborarono.
Poi, ad agosto del 2021 l’ultimo affronto: diversamente dalle disposizioni dello statuto sociale, furono indette le elezioni provinciali, che furono effettuate presso i minuscoli locali dell’azienda privata della signora Santini – eletta quindi presidente provinciale assieme alla figlia tesoriera – e non nell’ampia sede sociale di via Cavour (nonostante la pandemia).
La nuova gestione della sezione si è finora distinta per la messa in vendita di un immobile di proprietà ed il tentativo di chiudere il gattile Enpa di Albissola; e terminare bruscamente le campagne condotte dai vecchi dirigenti: le battaglie contro la caccia e la pesca, la difesa dei gatti liberi e delle gattare, la promozione della creazione di aree canine e di spiagge aperte ai cani, etc.).
Rimane comunque il coronamento del sogno di tre generazioni di animalisti savonesi, appena “sporcato” dalle umane vicende.