Oggi alle 17.40 le associazioni Italia Israele di Savona, Fidapa di Finale Ligure, Albenga e Imperia, Save the Woman, Donne giuriste Italia sezione di Savona e SIPS Liguria si troveranno in piazza Mameli a Savona per manifestare il loro sostegno alla causa delle donne e della intera popolazione iraniana sotto il gioco di una sanguinaria teocrazia islamista.
La presidente di Italia Israele di Savona, avvocato Cristina Franco, ribadendo l’importanza di manifestare il sostegno a queste donne in prima linea, ricorda che “l’Iran è governato da oltre quarant’anni da un regime teocratico liberticida che vuole esportare globalmente la rivoluzione islamica ispirandosi all’ ideologia della Walayat el Faqih. E per esportare globalmente la rivoluzione islamica è diventata una pericolosa superpotenza militare (e fra poco anche nucleare, se non si interviene con tempestività ed efficacia), ha portato instabilità e terrorismo in tutto il mondo e non solo in Medio Oriente, direttamente (come emerso anche nella recente sentenza della corte di appello di Anversa sullo fallito attentato di Parigi del 2018) o attraverso i suoi proxies come Hezbollah. Un regime clerico militare corrotto che per diventare superpotenza della rivoluzione islamica affama e opprime da decenni la propria popolazione, imponendo anche la più violenta osservanza dei precetti religiosi, privandola di ogni libertà e diritto. E la popolazione iraniana è piuttosto giovane – prosegue -, ormai lontana dalla rivoluzione del 1978 e dalla sua ideologia, è popolazione fra le più colte e preparate dell’area, parla inglese, è vitale e non può più sopportare le continue vessazioni, gli omicidi del regime, la tortura e la polizia morale in ogni aspetto della vita”.
“Anche le precedenti rivolte, come quella del 2021 in cui nemmeno i bambini furono risparmiati dalla ferocia del regime, sono state represse nel sangue. Qualcosa distingue però questa rivolta dalle precedenti – spiega -: è decisamente più ampia, condivisa sull’intero territorio e coinvolge tutte le generazioni e le classi sociali. E questa volta, il solito oscuramento di Internet operato dal regime non ha fermato la popolazione”.
“Queste proteste hanno anche un diverso oggetto – aggiungono la presidente e la past president dell’associazione Donne Giuriste Italia di Savona avvocato Carla Zanelli e avvocato Monica Bisazza -: non si protesta contro brogli o corruzione o mal governo. Oggi si lotta per la libertà e per affermare valori universali. Le donne, che sono le più oppresse e forse anche le più coraggiose, hanno scelto di scendere in piazza infiammando una rivolta senza precedenti, sapendo cosa rischiavano, per ottenere democrazia, rispetto dei diritti, una vita migliore per sé ei propri figli e stanno conquistando, attraverso il loro sacrificio, la solidarietà del mondo libero. Molte hanno perso la vita in queste rivolte, nei modi più barbari perché è barbarie quella del regime degli Ayatollah”.
“Rivolgiamo un invito alla cittadinanza intera affinché partecipi e si unisca alla manifestazione di domani, non potendo restare indifferente alle notizie delle terribili persecuzioni soprattutto verso le donne e alla strage di giovani”.
Insiste la presidente Fidapa sez. Finale Ligure dottoressa Maria Gabriella Tripepi: “Al fianco delle donne iraniane ma non solo per le donne. Il nostro sostegno è un atto dovuto per ogni uomo o donna nel mondo che sia portatore dei diritto di libertà e dei diritti civili. Quello che sta succedendo in Iran è la battaglia di tutti noi. Le tenebre che sono calate in Iran con l’avvento di un regime dittatoriale nulla hanno potuto contro la forza dirompente delle donne, le più colpite in modo eclatante, ma non solo loro, dalla mancanza di democrazia, hanno alzato la testa, pagando con la vita e creando un varco ormai inarrestabile che porterà all’abbattimento del regime e la riconquista della Libertà. Nessuno uomo o donna libera mancherà di far sentire la propria voce a fianco delle Donne Iraniane. Noi Donne Fidapa … ci siamo!”.
“Confidiamo anche nella partecipazione delle rappresentanze istituzionali e politiche del territorio, perché diano un segno tangibile della volontà di cambiare qualcosa, di esserci quando si tratta di battaglie per la difesa di valori universali”, concludono.