Attualità Savona

Savona, venerdì manifestazione contro la guerra in Ucraina

Il 21 ottobre alle ore 17.30 a Savona in piazza Mameli si terrà una manifestazione con presidio per chiedere la messa al bando delle armi nucleari e il cessate il fuoco immediato tra Russia e Ucraina ma più in generale per chiedere di fermare tutti i conflitti oggi presenti sul pianeta.

Sarà una manifestazione formata dalle principali associazioni antifasciste del territorio e delle organizzazioni che promuovono la pace: Acli Sv, Aned, Anpi, Anteas Sv, Arci, Associazione Italia Cuba, Associazione Italiana Combattenti Interalleati, Associazione Italia Nicaragua, Associazione Papa Giovanni XXIII di Finale Ligure, Auser Sv, Bottega della Solidarietà Onlus, Caritas, Cgil Sv, Cisl Sv, Circolo Acli Helder Camara di Cogoleto, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Federconsumatori Sv, Fivl, Isrec, Legambiente, Libera, Partigiani per la Pace, Sunia Sv, Udi, Uil Sv.

“‘La minaccia nucleare incombe sul mondo’, ed è ‘responsabilità e dovere degli Stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità e il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati’. Una manifestazione popolare per rispondere alla guerra per far tacere le armi e ottenere il negoziato”, spiegano gli organizzatori.

“L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è dunque giudicata ‘inaccettabile’, ed è la causa che ‘ha riportato nel cuore dell’Europa una guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture'”.

“Per interrompere la guerra, ‘l’Italia, l’Unione Europea e gli Stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato’ che fermi ‘l’escalation’ e raggiunga ‘l’immediato cessate il fuoco’, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta'”.

“Un nuovo passo comune che avviene dopo l’importante mobilitazione dello scorso 23 luglio (con 60 città coinvolte) e l’invio di una lettera a Guterres in occasione della Giornata della Pace per un sostegno ad azioni multilaterali, le uniche capaci di ‘portare una vera democrazia globale, a partire dalla volontà di pace della maggioranza delle comunità e dei popoli’”, proseguono.

“La guerra non è la soluzione, ma una delle principali cause delle crisi che minano in maniera irreversibile l’equilibrio politico-economico dei Paesi. Il conflitto che in queste ore può degenerare in una guerra nucleare scatena l’effetto domino invadendo ogni ambito e spazio, dai mercati al commercio, nell’aumento esponenziale dei costi delle materie prime, con l’inflazione che galoppa e i salari che perdono potere d’acquisto. Dire basta alle guerre e alla folle corsa al riarmo che arricchiscono i mercanti di morte e distruggono i progetti di vita dei nostri figli , è nell’interesse di tutti e di tutte. È l’unica strada che ci può far uscire dalla crisi del sistema”, concludono.

Un evento popolare per costruire la pace in preparazione alla manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma.

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