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Genova, celebra il Giorno della Memoria: “Nel ricordo devono rimanere ben piantate le radici perché tutto questo non possa riaccadere”

Il ricordo del dolore, della sofferenza e della perdita dell’innocenza dell’intera umanità ma anche la speranza e la rinascita nella consapevolezza di un riscatto globale a partire dalle nuove generazioni. Genova ha ricordato le vittime dell’Olocausto con una iniziativa che si è svolta a Palazzo Ducale nel corso della mattina. Iniziativa in tutte le città della regione. La cerimonia ufficiale si è svolta nel capoluogo ligure alla presenza del sindaco Marco Bucci, l’assessore regionale Ilaria Cavo e il prefetto di Renato Franceschelli. Presente alla cerimonia anche Anna Foa, docente a La Sapienza di Roma ed storica, esperta di storia dell’ebraismo. ” La memoria è la via per alimentare il ricordo e mantenere alta la consapevole partecipazione al ricordo della Shoah è un dovere morale di tutti noi”, ha detto il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. “Primo Levi scrisse che “l’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”. E proprio in queste parole sta il significato più profondo della Giornata della Memoria e di quello che deve essere l’Olocausto. Nel ricordo devono rimanere ben piantate le radici perché tutto questo non possa riaccadere e perché le violenze vengano bandite dal confronto sociale e politico in ogni civiltà. Perché i più giovani, grazie anche all’impegno della società e delle istituzioni, non ricadano negli errori del passato coltivando invece l’uguaglianza e il rispetto”.
“Non c’è futuro senza memoria, ha detto il sindaco di Genova, Bucci, ricordare il passato in un momento come questo in cui costruiamo il piano per le future generazioni”.
Nel corso della mattina sono stati premiati gli studenti che hanno partecipato alla XX edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah” e consegnate le Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani militari e civili ed ai familiari dei deceduti che, deportati o internati nei lager nazisti, siano stati destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. L’importante riconoscimento è stato conferito a Eugenio Bisio, Angelo Cordano, Sirio Cuneo, Renato Dianti, Mario Sacchetti e Guido Talamazzi.

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