Genova. Tra coriandoli, stelle filanti e maschere, al Carnevale ligure non possono mancare i dolci tipici della tradizione quali le Bugie, i Quaresimali e i Ravioli dolci genovesi, dove il picco di consumi è previsto per il weekend prima dell’atteso martedì grasso. “Che si preparino in casa, o si comprino in pasticceria e al supermercato, è importante scegliere sempre un prodotto del territorio, tracciabile e garantito” è l’appello di Coldiretti Liguria.
“Nel ripercorrere la storia dolciaria ligure del periodo più colorato dell’anno, specifichiamo che le intramontabili Bugie, dolcetti a base di uova, farina e burro, che in altre parti d’Italia sono chiamati chiacchere o frappe, affondano le proprie radici addirittura nell’epoca dell’Impero Romano, mentre i Quaresimali, biscotti a base di marzapane, furono un’invenzione ligure del XVI secolo per rendere meno gravoso il digiuno quaresimale ed infine i ravioli dolci di tradizione genovese, risalgono all’antica scuola pasticcera all’epoca della Repubblica Marinara. Ricette quindi che rientrano a buon titolo nella tradizione culinaria locale, tramandata e resa fruibile a consumatori e turisti, grazie al lavoro delle imprese agricole e artigiane dei territori. E mentre alto rimane il numero di coloro che si rivolgono alla pasticceria artigianale per i propri acquisti di leccornie, non manca chi nel periodo di Carnevale si dedica alla loro preparazione casalinga per esprimere la propria creatività personale, realizzando dolci da offrire in famiglia o a parenti ed amici”

“E proprio per avere la massima trasparenza anche tra i banchi del supermercato e per tutti i comparti dell’agroalimentare – concludono Boeri e Rivarossa – continua ancora nella nostra Regione la raccolta firma Eat Original, con la quale Coldiretti chiede all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti per garantire una maggiore trasparenza al consumatore, che sarà sempre sicuro della provenienza degli alimenti che acquista”