Vado Ligure. Si chiude un contenzioso tra Tirreno Power e Comune durato ben 10 anni in merito all’Imu a carico della centrale termoelettrica. Si tratta, tra l’altro, di anni nei quali con rendite ballerine, dovute a variazioni catastali l’imposta sugli immobili saliva e scendeva sulla base di diverse interpretazioni sia da parte dell’azienda, sia da parte del Comune e con il coinvolgimento continuo delle commissioni tributarie. Di qui la conciliazione, arrivata anche per evitare spese ulteriori ed esiti incerti, qualora l’istanza fosse finita davanti alla suprema corte di Cassazione. Una pietra sopra a tutta la vicenda è stata messa a quota 310 mila euro.
Una somma inferiore a quanto il Comune riteneva di aver diritto ad incassare da Tirreno, ma almeno un incasso certo dei crediti vantati. Il tutto era nato in seguito ai lavori di ristrutturazione finalizzati a trasformare le due sezioni alimentate ad olio combustibile in un’unica sezione a metano. Dopo i lavori Tirreno aveva presentato la denuncia di variazione catastale, proponendo una rendita catastale per l’intero complesso pari a 1,3 milioni. La rendita però era stata rettificata dall’agenzia del territorio di Savona a 1,7 milioni. Il ricorso dell’azienda era stato parzialmente accolto nel 2015 dalla commissione tributaria provinciale che aveva rideterminato la rendita. In attesa del giudizio di secondo grado, instauratosi a seguito di appello proposto sia dall’agenzia del territorio sia da Tirreno Power, la lite è stata definita in sede di conciliazione giudiziale con attribuzione alla centrale termoelettrica di una rendita di quasi 1,6 milioni. Risultava però che Tirreno avesse pagato meno del dovuto tra 2008 e 2010e più del dovuto tra 2011 e 2015. Fatte somme e sottrazioni i conti sono tornati tra Comune e azienda.