Savona. I misteri del rapimento e della morte di Aldo Moro nella Primavera del 1978, la fine della Dc e della sua esperienza proprio quell’anno più che a scadenza naturale quindici anni dopo nel 1993, la necessità in un momento come questo di ulteriore passaggio epocale della politica di trovare un senso all’impegno dei cattolici. Questi gli spunti affrontati questo pomeriggio presso la Sala Cappa del centro “Città dei Papi” di via Dei Mille dal parlamentare Pd Enresto Preziosi, docente universitario e componente della commissione parlamentare sul caso Moro e dall’avvocato savonese, già presidente provinciale delle Acli e consigliere provinciale Marco Russo.
Preziosi ha tracciato la Storia del mondo cattolico in Italia attraverso brevi biografie di De Gasperi, La Pira e Moro sottolineandole il grande valore non solo di esponenti politici ma di uomini dediti ad una profonda spiritualità. Dal centrismo Degasperiano, attraverso l’esperienza dello studioso cattolico Giuseppe Toniolo all’esperienza Morotea infatti emerge un solo grande filo conduttore: l’etica.
“De Gasperi, Moro, La Pira – ha sottolineato Preziosi – non erano cattolici solo a parole o per scriverlo nel momento di presentarsi alle elezioni sui santini elettorali e poi comportarsi in altro modo. Erano uomini coerenti e concreti con il loro pensiero. Uomini che hanno saputo tradurre il messaggio cristiano nella nostra Costituzione senza renderla necessariamente un documento confessionale. Tra l’altro in pochi sanno che fu Moro negli anni Sessanta a introdurre nelle scuole lo studio dell’educazione civica”.
Sul caso del rapimento e dell’assassinio del leader democristiano nel 1978 Preziosi dice: “Ci sono aspetti ancora oggi assai paradossali. Molti conti non tornano sia su alcuni personaggi legati a quella stagione ancora viventi, taluni residenti fuori dal nostro Paese, di cui, in tanti anni, solo noi come commissione abbiamo chiesto la convocazione, ma anche su altri aspetti sulle modalità del rapimento e sulla traiettoria delle pallottole esplose contro l’auto di Moro e la sua scorta. E sono poco chiari anche elementi riguardanti la sua morte che potrebbe non essergli stata data sulla Renault 4 dove è stato trovato”. Preziosi ha poi aggiunto: “Dalle indagini che abbiamo fatto emerge anche un apparato dello Stato di allora non sempre preparato e servizi segreti in parte deviati.
Una cosa è certa però se smettiamo di leggere fino in fondo le righe di una pagina di storia come questa passando alla pagina successiva in futuro potremmo trovarci di fronte ad amare sorprese”. I saluti iniziali sono stati portati dal sindaco Ilaria Caprioglio che ha citato Aristotele sottolineando la necessità che “la politica ritrovi legami anche sul territorio”. Presente anche il vescovo diocesano Calogero Marino che ha puntato la sua attenzione sulla necessità di una formazione politica costante tra i cattolici che si impegnano in quella che Pio XI e Paolo VI definirono “la più alta forma di carità”.
L’avvocato Russo invece ha affrontato i temi del rapporto tra cattolici e politica e del bene comune: “In questi ultimi vent’anni – ha spiegato – non siamo riusciti a sciogliere, finita la Dc, il nodo tra impegno politico e pluralità di offerta e dei partiti e unità ecclesiale. Ci troviamo in un mondo dove l’individualismo e la solitudine purtroppo sono una costante. Bisogna ritrovare le ragioni del bene comune in una società fortemente globalizzata nel rapporto con le istanze dei territori e con la gente che avverte la politica come luogo di carriere più che di soluzioni ai propri problemi”. E’ seguito, a metà pomeriggio, un momento musicale e in fine un articolato dibattito animato dal giornalista Alessandro Raso.