Cronaca

Altare, sciopero dei lavoratori di Asset contro la delocalizzazione

Altare. In sciopero il lavoratori di Asset che non accetteranno la delocalizzazione, non senza aver prima lottato. La Brita, azienda tedesca che controlla Asset, ha infatti deciso di delocalizzare in Lombardia, spostando la sede, che allo stato attuale si trova ad Altare, ad Assago Sperio, in provincia di Varese. A breve ai dipendenti arriverà la lettera di trasferimento che, se non accettato, comporterà il licenziamento. L’azienda tedesca motiva questa scelta con ragioni logistiche, sostenendo che non è stato possibile trovare nel savonese un nuovo sito dove spostare lo stabilimento. La chiusura ad Altare e lo spostamento a Varese dovrebbe avvenire entro dicembre, nonostante i vantaggi che l’area di crisi complessa del savonese comporterebbe per l’azienda.
“Secondo noi – afferma Andrea Mandraccia, segretario provinciale della Fiom Cgil – non c’è una vera intenzione da parte dell’azienda di valutare le reali possibilità di mantenere la produzione in territorio savonese. Ancora ieri abbiamo avuto contatti con persone che erano in trattativa con Asset in Valbormida, a Dego, che avevano messo a disposizione delle aree per realizzare l’investimento. L’area in questione è un capannone di nuova realizzazione di proprietà della famiglia Repetto che risponde alle necessità dell’azienda. Perciò non è vero che in Val Bormida non esiste un luogo adeguato; nonostante ciò l’azienda non sembra voler considerare la possibilità”.
Fra i lavoratori, inoltre, serpeggia il sospetto che la delocalizzazione sia dettata anche da un interesse personale dell’amministratore delegato del gruppo, che si troverebbe più vicino al nuovo sito.
“Il sito va inserito nel tavolo del Mise, visto che la produzione terminerà a dicembre – conclude Mandraccia – e dobbiamo far pressioni con le istituzioni locali per salvare i 41 posti di lavoro a tempo indeterminato, senza contare quelli interinali e dell’indotto”.

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