Savona. In mattinata a partire dalle 11 presso la sede di Confartigianato Savona si è svolto l’incontro pubblico per la sottoscrizione del programma di impegni che l’associazione degli artigiani ha sottoposto ai candidati in vista delle imminenti elezioni del prossimo 4 marzo.
Alla presenza di imprese, rappresentanti di categoria e i dirigenti dell’associazione, gli aspiranti amministratori si sono susseguiti con l’atto formale della presa incarico del documento elaborato da Confartigianato nel quale sono individuate otto priorità per il territorio-cinque a livello nazionale e tre a livello ligure.
Ridurre la pressione fiscale e semplificare il sistema tributario, favorire l’accesso al credito, sostenere la crescita e la competitività, proseguire e migliorare gli interventi per lavoro e formazione, costruire un percorso di successo per Impresa 4.0 e digitale, valorizzare le microimprese, risolvere il nodo delle infrastrutture e dei collegamenti, aiutare i giovani. Sono le otto grandi priorità contenute nel programma di Confartigianato in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo e che la stessa associazione, a livello regionale, sottopone ai candidati liguri per un impegno formale a perseguire le proposte concrete a favore delle micro e piccole imprese liguri.
«Ai nostri candidati non chiediamo nessuna sorpresa, nessun effetto speciale. Ma solo un Paese più a misura di micro e piccola impresa – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – L’obiettivo è tornare a crescere, come del resto abbiamo sottolineato nel nostro programma. Per farlo, è necessario sviluppare in modo concreto una serie di azioni che riteniamo fondamentali per sostenere il presente e il futuro delle nostre realtà imprenditoriali: indispensabile agire dunque su credito, pressione fiscale, lavoro e formazione con soluzioni a sostegno delle microimprese, toccando anche gli ambiti dell’innovazione e del sostegno alla crescita. Traguardi che non si possono raggiungere senza l’azione politica dei nostri amministratori: per questo li impegniamo, anche per le elezioni del 4 marzo, alla sottoscrizione del nostro documento, pronti a verificare periodicamente il lavoro svolto e i risultati ottenuti».
Scendendo nel dettaglio delle proposte, quelle che riguardano la pressione fiscale prevedono, in particolare, la riduzione dell’Irpef e un avvio graduale della fatturazione elettronica. Confartigianato chiede anche parità di trattamento nella tassazione, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto, e politiche fiscali differenziate a seconda della dimensione aziendale. Tra le altre principali richieste, la riduzione dell’Irap e l’esclusione dall’Imu degli immobili strumentali. Poi c’è il tema del credito, un nodo da sciogliere con strumenti di finanziamento eccezionali e innovativi, anche attraverso la creazione di un soggetto finanziario pubblico appositamente dedicato alle microimprese. E ancora, viene chiesta la compensazione generale dei crediti non formalmente contestati dalla PA con debiti di qualunque genere verso qualsiasi ente pubblico, una soluzione al fenomeno del ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione.
Il terzo punto evidenzia le esigenze delle imprese per crescere ed essere più competitive: prevedere una sorta di “corsia preferenziale” per le micro e piccole imprese nell’ambito delle procedure pubbliche, rilanciare e tutelare il made in Italy con azioni forti, a livello nazionale ed europeo, e, in tema di appalti pubblici, rendere effettivi i principi fondanti dello Small Business Act.
Per ciò che riguarda lavoro e formazione, Confartigianato ritiene necessario il rilancio di un’istruzione professionalizzante che metta a regime il sistema duale (alternanza scuola-lavoro e apprendistato) e rafforzi i percorsi tecnici e professionali di qualità. Inoltre, l’associazione si oppone al salario minimo legale e alla riduzione della durata del tempo determinato. Infine, la sfera di Impresa 4.0: anche in questo contesto è opportuno sostenere le piccole imprese artigiane, modello imprenditoriale del futuro, nell’approccio al digitale, attribuendo loro le stesse corsie preferenziali burocratiche e le medesime risorse attribuite a startup e pmi tecnologiche.
Infine, tre impegni precisi per la Liguria: una politica che sappia mettere al centro la microimpresa, con misure e azioni indirizzate a un tessuto economico che costituisce il 96,3% del totale, un punto in più in percentuale rispetto al dato nazionale. Risolvere il nodo delle infrastrutture di collegamento per superare l’isolamento della nostra regione, integrando anche la logistica, nel suo complesso. Infine, favorire percorsi di autoimprenditoria e l’ingresso dei giovani nelle imprese, partendo da una maggiore e più efficace integrazione tra istruzione, formazione e mercato del lavoro, con l’obiettivo di ridurre la percentuale di disoccupazione giovanile, in Liguria una delle più alte d’Italia.
Il documento è stato sottoscritto da: Partito Democratico_ Luigi De Vincenzi, GianLuigi Granero, anna Giacobbe, Franco Vazio; Lega Nord_ Paolo Ripamonti, Sara Foscolo; Forza Italia_ Santiago Vacca; Fratelli d’ Italia_ Luana Bezzi; Movimento 5 stelle_ Matteo Mantero, sergio Battelli; Liberi e Uguali_ Enrica Tonola; 10 volte Meglio_ Saverio Murgia