Psiche&logicamente

E bici sia!

E bici sia!
Viaggio in bici da Savona centro a Zinola: bisogna aver voglia di giocare un po’ con il proprio destino ed esser dotati di senso del rischio moderato…
L’automobilista medio pensa di essere l’unico soggetto presente su strada, le sue capacità percettive faticano a registrare altri soggetti, di qualsiasi natura, anche marciapiede o albero…
Già all’incrocio con Via XX Settembre c’è sistematicamente qualcuno che svolta a sinistra: io lo so che non si dovrebbe fare!
Poi quando è alla ricerca di un parcheggio passerebbe sopra a chiunque…
Esistono poi pezzi di pista ciclabile non riconosciuti dai cittadini, che vengono  usati in maniera creativa.
Il motociclista la usa per i suoi acrobatici sorpassi sulla destra, da sempre consigliati dal codice della strada, mai che lo becchi una pattuglia e lo multi.
Chi si ferma con la macchina sulla ciclabile, ottimo luogo di sosta, aprendo ovviamente la portiera senza guardare e stazionando anche in mezzo alla strada, magari mentre i figli devono anche salire in macchina: ottimo modello genitoriale.
Le uscite/entrate  in prossimità dei supermercati sono quelle più fantasticanti. Chi si deve avvicinare per inquadrarti, manco fossi la “strafiga” uscita dalla passerella.
La bici potrebbe servire anche ad evitare il traffico e per l’inquinamento, ma meglio non occuparsi dell’ambiente in cui si vive o di quello che si lascia ai posteri.
Sono rari anche i luoghi in cui vengano custodite; alla meno peggio te la porti in casa con l’ascensore tra i mugugni dei sempre simpatici e disponibili vicini di casa.
Pedone in questo caso fa rima con coglione! Il pedone fa quello che vuole, perché dovrebbe aver più senso civico? Fanno  tutti così, sarebbe imbarazzante discostarsi dalla media degli atteggiamenti dei propri simili.
Padre con passeggino, frastornato dall’ uso dello smartphone, sicuramente per scopo lavorativo, che si ferma proprio sulla pista! Certo bisogna in qualche modo poter  fuggire dalle grinfie della moglie e dei familiari; già il sole crea disagio, figuriamoci le continue parole.
Eppure sarebbe un ottimo mezzo di locomozione;  il rispetto verso il ciclista è lo stesso che bisognerebbe avere verso tutti gli altri, anzi una occasione in più per esercitarsi. Si potrebbe convivere nella diversità.
Lo ammetto ai guidatori di tir, che fanno sosta nel fine settimana in Savona, non oso dire niente, anche se sono sulla pista, mi intimoriscono per la loro mole e per i carichi di bottiglie che conducono con loro. I ragazzini invece mi sfidano con lo sguardo, poi all’ultimo si scansano…praticamente un video gioco.
Però quando arrivo al mare sono contenta, perché mi sono mossa in libertà, con il vento tra i capelli, il sole sul corpo… e via a tuffarmi nelle onde del mare.

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