Sassello. Una settimana di riti pasquali del tutto particolari quella che giovedì prossimo si apre nella cittadina della Valle dell’Erro dove il clou si avrà venerdì con la tradizionale “Scala Santa” e la processione del Cristo Morto. Si comincerà giovedì sera alle 21 nella chiesa di San Giovanni e Oratorio de Disciplinati con la lavanda dei piedi e distribuzione del pane, e di seguito con la processione in direzione della chiesa della Santissima Trinità. Il tutto sarà allestito grazie alla parrocchia della Santissima Trinità, alla confraternita di Santa Maria al Suffragio e di San Filippo Neri. Venerdì nella chiesa della Trinità alle 20.30, prenderanno il via le funzioni del Venerdì Santo. Alle 21.15, in particolare ci sarà la salita della “Scala santa” e alle 22 processione per le vie del centro storico., tra la chiesa della Trinità e la basilica dell’Immacolata concezione.
Il culmine delle due serate sarà la macchina teatrale che nella chiesa della Santissima Trinità riproduce la Scala che prima i sacerdoti e poi i confratelli, sulle orme di Cristo condotto al palazzo del governatore romano Ponzio Pilato salgono in ginocchio per baciare i piedi di una statua raffigurante Gesù morto in cima alla scalinata. Si tratta di una grande costruzione in legno predisposta dai confratelli sull’altare maggiore completamente coperto. La compongono tre scale, una per salire e due per scendere, chiuse da lastre di legno dipinte in finto marmo. Sulla prima si trova il vertice della piattaforma sulla quale il venerdì mattina è disposta la statua del Cristo morto a grandezza umana, recentemente restaurata dalla Soprintendenza e realizzata dalla bottega dell’artista genovese Maragliano.
La tradizione vuole che a Sassello il venerdì santo sia celebrata una messa distintiva , al termine della quale i sacerdoti in ginocchio, due a due, iniziano a salire la scala per baciare i piedi del Cristo Morto. Alla celebrazione partecipano più di 150 confratelli e la saluta avviene al termine di una cerimonia suggestiva con il coro di Sassello che canta laudi al Signore. Questa bella consuetudine risale al 1400 quando le abitazioni di Sassello furono spostate più a valle e nessuno, nel tempo, nonostante le lotte tra Diocesi di Acqui e il Papa riuscì a trasferire la parrocchia di San Giovanni che è rimasta nella parte più alta del Paese. Per secoli uguali uffici si celebrarono in due distinte chiese, San Giovanni e Trinità con proprie distinte confraternite. Ancora oggi quindi si distinguono le due serate pre pasquali per eccellenza affidando a San Giovanni le funzioni del giovedì e alla Trinità quelle del Venerdì Santo.
