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Pier Franco Quaglieni protagonista sabato ad Albenga

Albenga. Si terrà sabato prossimo, 25 febbraio, ad Albenga alle 17,30 presso palazzo Peloso Cepolla, in piazza San Michele, la presentazione del libro di Pier Franco Quaglieni “Figure dell’Italia civile”  (Ed. Golem, Torino 2017, pp. 185 ,Euro 16). L’opera dello storico e giornalista Pier Franco Quaglieni, cofondatore cinquant’anni fa del Centro “Pannunzio”, insieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati, raccoglie 30 ritratti di personalità importanti della cultura e della politica  italiana del Novecento, da Luigi  Einaudi a Giovanni Amendola, da  Concetto Marchesi a Marcello Soleri, da Piero Calamandrei a Federico Chabod, da Filippo Burzio ad Adriano Olivetti, da Ernesto Rossi a Felice Balbo di Vinadio a Vittorio de Caprariis . La parte più consistente del libro riguarda gli “amici e maestri” che l’autore ha conosciuto e frequentato: Arturo Carlo Jemolo, Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Indro Montanelli, Leo Valiani, Franco Venturi, Carlo Casalegno, Alda Croce, Primo Levi, Carlo Azeglio Ciampi, Raimondo Luraghi, Rosario Romeo, Giovanni Spadolini, Sergio Pininfarina, Alberto Ronchey, Enzo Tortora, Marco Pannella .Due capitoli molto densi concludono il libro, quelli dedicati a Mario Soldati e a Mario Pannunzio.
Le figure delineate sono ricordate con episodi del tutto inediti e poco convenzionali, alcuni casi persino politicamente “poco corretti”, ma sempre equilibrati e rigorosi sotto il profilo storico. Ne viene fuori un ritratto a tutto tondo dell’Italia civile che l’autore ritiene vada riscoperta e valorizzata come patrimonio culturale irrinunciabile anche per il futuro delle nuove generazioni.
In effetti Quaglieni traccia un percorso storico  riguardante tutto il Novecento e il primo quindicennio del nuovo secolo in cui troviamo figure – chiave della cultura e dell’impegno civile. Figure spesso dimenticate  che danno quasi l’idea di una vecchia Italia oggi quasi totalmente cancellata che l’autore ha il merito di accompagnarci a conoscere. I personaggi di Quaglieni non sono figure alla maniera di Plutarco, ma uomini visti e studiati nella loro umanità oltre che nella loro dimensione pubblica. Ad esempio, il latinista e politico Concetto Marchesi viene visto come umanista e docente, ma è anche ritratto nei suoi aspetti meno conosciuti o addirittura ignorati. Fu proprio il comunista ammiratore di Stalin a proporre la laurea honoris causa, a Padova,della sua studentessa  istriana Norma Cossetto, infoibata dai comunisti di Tito.
Di Jemolo viene pubblicata un lettera inedita inviata al rettore dell’Università di Torino Allara, inquisito dai magistrati torinesi.
Di particolare valore sono i ritratti di Montanelli, Ronchey, Tortora e Pannella: personalità lontane, ma accomunate da una certa idea dell’Italia che oggi non c’è più.  Le pagine dedicate all’amico di sempre Mario Soldati  sono un ritratto dell’uomo prima ancora che dello scrittore e regista torinese.
La parte dedicata a Mario Pannunzio ha inoltre un valore storico, non solo perché scritta dal suo maggiore storico che fin dal 1971 si è occupato del direttore del “Mondo”, ma anche per le rivelazioni e le valutazioni che appaiono nel capitolo finale del libro.
Nei ritratti si combinano insieme giudizi storici e una scrittura giornalistica  ed insieme elegante che ci ricorda gli elzeviri della vecchia “terza pagina” dei quotidiani, travolta dal tabloid.
C’è sicuramente una differenza tra la prima parte del libro in cui l’autore parla di alcune delle sue “radici “ culturali e la seconda dedicata alle personalità che l’autore ha conosciuto personalmente. Nella prima parte c’è maggiore distacco mentre  nella seconda, a volte, la viva partecipazione sconfina nella polemica. Federico Chabod è stato uno dei punti di riferimento  formativo che Quaglieni ha studiato all’Università su stimolo di Luigi Firpo. E  ne esce fuori pertanto un ricordo dello storico valdostano carico di riflessioni che mettono in evidenza come il suo  metodo storico ,sulla lunga distanza ,abbia avuto il sopravvento su quello fondato sulle ideologie trionfanti del secolo scorso.
Nella seconda parte del libro vanno citate le pagine dedicate all’amico e maestro Norberto Bobbio , un intellettuale inquieto del secondo Novecento che Quaglieni, pur rifiutando i miti che si sono creati attorno al filosofo torinese, paragona a Benedetto Croce.
Il pensiero del filosofo napoletano resta comunque il fil rouge di tutto il libro , come afferma l’autore nella premessa.
Un Croce non delineato in un ritratto a sé ,ma costantemente richiamato nelle pagine del libro.
La presentazione del libro ad Albenga verrà fatta, in presenza dell’autore, da Sandro Chiaromonti, Dino Cofrancesco, Franco Vazio.

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