Spotorno. Si difende l’amministrazione comunale cittadina del sindaco Mattia Fiorini, dalle critiche rivoltegli dalle opposizioni in consiglio comunale in merito alla recente pronuncia del Tar, il tribunale amministrativo regionale sulla costruzione del nuovo edificio comunale di Spotorno. Una sentenza che, secondo le minoranze, comporterebbe svantaggi per la comunità di Spotorno. Cosa invece contestata dalla giunta Fiorini che parla di sostanziale successo della propria linea politica adottata sull’argomento anche perché il tribunale ha stabilito che la ditta Pastorino incaricata dei lavori li debba portare a termine entro circa un anno rinnovando la fideiussione a garanzia del termine dei lavori.
Spiega nella nota la giunta Fiorini: “Negli ultimi mesi le minoranze hanno scritto numerose inesattezze sulla vicenda del contenzioso tra il Comune di Spotorno e l’impresa Pastorino relativamente al completamento del nuovo edificio comunale. Alla luce della sentenza del TAR del 22 dicembre si può finalmente fare chiarezza. Il ricorso al TAR dell’impresa Pastorino aveva ad oggetto la mancata concessione da parte del Comune di Spotorno di una proroga di tre anni del termine dei lavori, prevista da una recente normativa, e richiesta dall’impresa nel gennaio 2015. Il Comune, in tale occasione, chiese inoltre l’escussione della fideiussione a garanzia del completamento dei lavori, alla quale la Pastorino si oppose.
Nel 2015 il commissario prefettizio aveva tentato una soluzione alternativa con l’impresa, producendo una bozza di preaccordo che avrebbe dovuto essere sottoscritto e perfezionato dalla nuova amministrazione, cosa mai avvenuta. Tale bozza, i cui termini non erano soddisfacenti per il Comune, è stata peraltro maldestramente resa pubblica dalla minoranza attraverso un articolo di giornale, vanificando la clausola di riservatezza che fino a quel momento aveva impedito alla Pastorino di produrla in giudizio, dando invece agli avvocati dell’impresa la rischiosa opportunità di renderla nota ai giudici del TAR.
L’amministrazione era comunque ben conscia fin dall’inizio dell’inefficacia di tale bozza di preaccordo, ma ciò non toglie che la condotta delle minoranze è stata spregiudicata, maldestra e pericolosa. Non bisogna però fraintendere la sentenza del TAR del 22 dicembre: i giudici hanno sì accolto la richiesta di proroga dei tre anni, ma soprattutto hanno imposto al costruttore l’obbligo di rinnovare immediatamente la fideiussione a garanzia del completamento dei lavori. In sintesi: il costruttore deve rinnovare immediatamente la fideiussione a garanzia della costruzione e terminare i lavori entro poco più di un anno, ossia l’11 Gennaio 2018. Un risultato più che soddisfacente per il Comune che conferma la corretta strategia dell’amministrazione e che dimostra che il vittimismo delle minoranze nasconde invece una strategia politica inconcludente e pregiudizievole per gli interessi della collettività”.