Vado Ligure. Se oggi si sono riuniti Rsu aziendale e assemblea dei lavoratori per analizzare le decisioni di Tirreno di uscire dalle produzioni di energia a carbone, domani il governatore della Liguria Giovanni Toti incontrerà il funzionario del ministero dello sviluppo Calenda e in quella sede, oltre alle altre situazioni di crisi occupazionale del Savonese e alla possibilità di rinnovo degli ammortizzatori sociali, si inquadrerà probabilmente anche la situazione della centrale di Quiliano – Vado. Nel momento in cui i due impianti a carbone, 27 mesi fa, furono sequestrati nel sito termoelettrico vadese lavoravano 857 persone, oggi il numero di lavoratori ancora presenti è più che dimezzato.
Si parla di 170 unità che fino a settembre potranno contare sulla cassa integrazione e i contratti di solidarietà. Una quarantina gli addetti alla linea di produzione a turbo gas naturale. Due gli aspetti emersi dalla riunione della Rsu e dall’assemblea dei lavoratori: il rinnovo da parte del governo, che riunirà il tavolo per il Savonese, mercoledì prossimo, degli ammortizzatori sociali e contemporaneamente, attraverso anche l’accordo di programma territoriale, trovare il modo affinché sulle aree della centrale si possano insediare nuove attività produttive tecnologiche e con forte domanda di occupazione. “Non siamo innamorati o nostalgici del carbone – ha detto Maurizio Perozzi della Rsu – Cisl – chiediamo solo lavoro”.