Della piattaforma multipurpose Maersk di Vado Ligure si iniziò a discuterne sin dal giorno stesso dell’annuncio della sua costruzione senza probabilmente smettere mai. Oggi però, questa importante opera, è ritornata protagonista delle cronache locali per via di una variante progettuale sulla quale abbiamo chiesto di raccontarci come stanno le cose al presidente dell’Autorità Portuale di Savona Gian Luigi Miazza e al dirigente del settore tecnico della stessa A.P. l’Ing. Flavio De Stefanis, ospiti del primo appuntamento della seconda stagione di “Conosci il tuo porto”, rubrica quindicinale dell’Ente portuale savonese in onda su Radio Savona Sound.
La prima domanda quasi “inevitabile” riguarda il motivo o i motivi che stanno alla base di una scelta di questo tipo, perché dunque si è deciso ad un certo punto di passare da una piattaforma “vuota” ad una “piena”?
“Intanto è opportuno dare una grande trasparenza a tutta l’attività che abbiamo fatto e stiamo facendo – ha sottolineato subito il presidente Miazza – Ricordo – ha proseguito – che è stato fatto un accordo di programma nel 2008 che recepiva tutta una serie di situazioni tecniche che dovevano essere poi portate avanti, molte di queste si sono rivelate naturalmente corrette altrettante invece sono cambiate. Oggi ci troviamo con l’opportunità di disegnare una variante che permetta di costruire fondamentalmente un’opera su una tipologia di costruzione tradizionale e sperimentata e con tanti elementi di positività che possono consentire di ottenere un importante risparmio economico che consente di pianificare altre opere collegate o strettamente connesse, tempi più veloci, maggior durata e durabilità dell’opera stessa con simulazioni che abbiamo fatto fino a 250 anni, stabilità e soprattutto di eliminare il problema della stagnazione di rifiuti che sotto la piattaforma si potevano stratificare generando problematiche legate alla balneabilità della zona che invece è uno degli elementi che vogliamo coniugare sempre e in maniera maggiore all’operatività delle nostre attività future”.
Cosa cambia quindi “tecnicamente” con questa variante lo abbiamo chiesto all’Ing. De Stefanis:
“Sostanzialmente è una variante di tipologia costruttiva, tecnicamente il progetto in origine era realizzato con una duplice tipologia, a terrapieno, confinato da cassoni pieni nella parte più in radice (quella più attaccata alla terra ferma), e “a giorno” nella parte più a mare, questa parte cosiddetta “a giorno”, era realizzata con dei cassoni appoggiati sul fondale dai quali emergevano delle torrette che reggevano un impalcato di tipo autostradale con travi primarie e secondarie. Questa tipologia era stata pensata nell’ipotesi che favorisse la circolazione delle acque quindi per un’attenzione di tipo ambientale. recentemente abbiamo sviluppato degli studi su un modello matematico su scala locale molto approfonditi che di fatto ci hanno dimostrato invece che dal punto di vista della circolazione dell’acqua non c’è una sostanziale differenza dalla piattaforma piena così come nella variante che viene proposta, alla tipologia “a giorno” perchè in quella zona non c’è una grossa circolazione di acqua parallela alla costa ma il ricambio dell’acqua che verifichiamo costantemente, avviene per l’azione di marea e dell’ondazione, l’acqua a Porto Vado è pulita. In base a questo tipo di considerazione si è potuto pensare a questa variante che pur nella salvaguardia ambientale, quindi senza portare nessun deperimento alla qualità delle acque del sito porta in se tutta una serie di vantaggi.
Il primo è quello di una costruzione più performante e realizzata con un confinamento a cassoni pieni con un “riempimento”, cosa che permette di realizzare un’opera più solida e più durevole. Il problema delle opere marittime e del calcestruzzo con cui vengono costruite infatti, è quello della durabilità dei materiali, siamo nell’ambiente marino che è molto aggressivo e il problema della durabilità è forse quello più serio delle costruzioni marittime ed è infatti anche il tema che aveva sottolineato il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (il massimo organo tecnico dello Stato) quando aveva approvato la prima variante sostenendo che “questo tipo di soluzione è un compromesso che lega supposti timori di tipo ambientale con una corretta costruzione però attenzione, un’opera del genere ha il problema della durabilità”.
De Stefanis sostiene anche che i timori di chi in questi giorni si è preoccupato per gli eventuali problemi di tipo ambientale che la novità progettuale potrebbe portare non sono giustificati: “quando abbiamo pensato alla variante – ha ricordato il tecnico dell’A.P. – il primo fattore che abbiamo verificato è stato proprio quello che dal punto di vista ambientale non ci fosse un peggioramento. Questo è il punto di partenza dal quale è nata tutta la progettazione della piattaforma. Verificato questo siamo andati avanti con la progettazione”.
Optare per una scelta di questo tipo tuttavia può portare anche ad interrogarsi sul fatto che davvero si tratti di quella giusta, Gian Luigi Miazza se lo è chiesto anche in anticipo: “Quest’opera consegnerà alla nostra provincia oltre a 650 nuovi posti di lavoro una nuova epoca lavorativa, una nuova industria che come sappiamo ormai è un patrimonio molto raro non solo nella nostra regione ma anche nel nostro paese. La tipologia di costruzione che andiamo a proporre con questa variante di tipo tradizionale è già ampiamente sperimentata in molte parti del mondo quindi rappresenta una sicurezza non solo per i 50 anni nei quali la società APM-Terminals (APM-Terminals gestisce una rete globale di porti e terminal che comprende 62 impianti e 25 mila dipendenti in 68 paesi), gestirà questa struttura ma anche per un periodo molto più lungo nel quale questa struttura tornerà nel patrimonio dell’Autorita Portuale, quindi è veramente qualche cosa che ci garantisce dal punto di vista temporale in modo assolutamente più “certo” rispetto ad altre tipologie”.
Ma c’è anche un motivo per cui si è giunti proprio ora a questa scelta, lo ricorda ancora Miazza “Entriamo ora nella fase strettamente operativa, è terminata la parte con il terrapieno che sta in radice alla spiaggia e per definizione adesso si deve operare la parte di “complemento a cento” cioè quella conclusiva della piattaforma. Il momento era questo ed è un momento nel quale bisogna tirare le somme su tanti argomenti, ricordo che tutta questa importantissima operazione – continua il presidente dell’A.P. – nasceva da un accordo di programma firmato nel 2008 dove vigevano delle considerazioni che oggi sono ormai obsolete cito tra tutte ad esempio le esigenze che all’epoca i comuni manifestarono che erano quelle di avere piscine olimpiche di avere situazioni di teatri, oggi la focalizzazione è sulla messa in sicurezza del territorio, operazioni che noi andremo a fare anche a Vado e su tutta una serie di piccole sensibilità che sono cambiate. Non ultimo, il mercato, ricordate che all’epoca si parlava di evoluzione della nautica? Aziende che dovevano arrivare, ecc… Oggi la nautica praticamente è sparita e sta rinascendo anche se con grande calma, quindi anche le situazioni a contorno sono nettamente cambiate, sono passati 8 anni ed evidentemente noi oggi dobbiamo fare delle scelte che sono quelle che caratterizzeranno il momento attuale e questa senza dubbio ha le caratteristiche per consegnarci un’opera duratura, in tempi più veloci e che favorirà anche risparmi economici, dal punto di vista pratico con performance ambientali non inferiori rispetto a quelle precedenti. Un tipo di variante che abbiamo proposto con uno studio assolutamente di primaria importanza anche a livello nazionale”.
Cerchiamo di capire a questo punto come sarà possibile spendere meno o risparmiare di più con la variante alla piattaforma vadese, a chiarire anche questo punto importante è l’Ing. De Stefanis “Il cambio di tipologia costruttiva oltre a portare importanti vantaggi per l’opera in se produce come effetto collaterale, non trascurabile, il fatto di risparmiare una grossa cifra. Non voglio azzardare a sostenere che si tratta dell’unica opera pubblica in Italia la cui variante porta a una diminuzione di spesa però penso che le altre si possano contare davvero sulla punta delle dita, è di dominio pubblico il fatto che le grandi opere pubbliche hanno spese spesso fuori controllo perché producono varianti in aumento, questa è una delle pochissime che invece porta a una variante in diminuzione. Questo risparmio che rimane nell’ambito del quadro economico quindi della cifra complessivamente finanziata – aggiunge De Stefanis – si è pensato di utilizzarlo per un’opera essenziale per l’operatività della piattaforma stessa e funzionale al suo sviluppo, vale a dire lo spostamento dell’attuale diga.
Durante la scorsa estate realizzammo presso il CETENA, il centro studi di Fincantieri una simulazione di manovra relativa all’ingresso delle grandi navi portacontainer in porto e l’accosto in banchina, da questa simulazione emerse in modo inequivocabile che lo spostamento dell’attuale diga frangiflutti di Vado che era già previsto ma in prima battuta solo a 5 anni di distanza dall’entrata in funzione della piattaforma, era invece essenziale fin da subito, perché in determinate condizioni di vento e di mare sarebbe problematica l’entrata in banchina di navi lunghe 400 metri, (i cosiddetti giganti del mare), problema evidenziato in modo chiaro anche dai piloti del porto, quindi ci trovavamo nella necessità di spostare più a mare la diga attuale per offrire maggiore protezione e più spazio di manovra alle navi in ingresso fin da subito. Con questa variante otteniamo due risultati, costruiamo un’opera migliore e reperiamo le risorse all’interno dello stesso quadro economico per fare lo spostamento della diga attuale, quindi realizzare il primo lotto dell’assetto finale della diga nel piano regolatore, un risultato decisamente essenziale per l’operatività e la funzionalità della piattaforma”.
In chiusura della prima puntata della nuova stagione di “Conosci il tuo porto” è intervenuto nuovamente il presidente Miazza che ha sottolineato come in questa così come in tantissime altre occasioni tutto il lavoro è stato e continuerà ad essere portato avanti con la massima trasparenza e disponibilità nei confronti di tutti coloro che vorranno conoscere informazioni anche più nel dettaglio rispetto a quelle attuali: “La nostra volontà naturalmente – conclude Miazza – è quella di rendere partecipi queste persone delle informazioni, dei perché e dei motivi che hanno generato questa scelta, nonché dei contenuti e dello studio che hanno caratterizzato questa fase, in ultimo vorrei comunque rappresentare in modo molto evidente quanto questa struttura tutta a terrapieno non rappresenti sostanziali differenze rispetto alla precedente per quanto riguarda la parte relativa all’ambiente marino, non ci sono sostanziali differenze tra una forma e l’altra e questa credo che sia un’informazione che si evince come detto da dati tecnici che emergono dallo studio che è stato fatto in maniera molto accurata e che possa essere un riferimento molto importante dal punto di vista scientifico, poi gli aspetti umorali e quelli personali è giusto che ci siano, per questo noi siamo a disposizione per confrontarci e per fornire numeri e dati“.
“Conosci il tuo porto” è la rubrica quindicinale dell’Autorità Portuale di Savona in onda il lunedì sera dalle 20 solo su Radio Savona Sound. Riascoltabile sulla pagina facebook del “Porto di Savona-Vado”. Prossimo appuntamento lunedì 18 aprile.