Genova. Una legge contro gli illeciti nella pubblica amministrazione. In questa direzione si muove il Movimento Cinque Stelle. Un invito a denunciare le storture è stato rivolto ai dipendenti dal consigliere regionale Andrea Melis che ha sottolineato: “Si chiama whistleblowing. Letteralmente significa: soffiare nel fischietto. Tradotto nel vocabolario politico di questi giorni: segnalare e, quindi, denunciare, eventuali episodi di malaffare all’interno dell’ente o dell’azienda in cui si lavora.
Un esempio, chiarissimo, lo abbiamo avuto nei giorni scorsi, quando una dipendente regionale con coraggio e senso civico ha “denunciato” il consigliere leghista per l’ormai tristemente nota frase omofoba del 10 febbraio.
Un disegno di legge in questo senso esiste già. Presentato a Roma dal MoVimento 5 Stelle, approvato il mese scorso alla Camera (nonostante il voto contro di Forza Italia) e ora in esame al Senato, il ddl prevede una serie di tutele per il dipendente che denuncia gli illeciti, garantendogli l’anonimato e proteggendolo da mobbing, demansionamento e ogni forma di ritorsione sul luogo di lavoro, tanto nel pubblico quanto nel privato. Troppo spesso l’abbiamo visto accadere.
E purtroppo rischia di continuare ad accadere ancora a lungo in Regione Liguria, dove la maggioranza ha appena bocciato la nostra proposta per estendere il whistleblowing su scala ligure, anche attraverso l’utilizzo di risorse tecnologiche e di sistemi Open-Source.
Ironia della sorte, ad esprimere il voto contrario, a nome della maggioranza, è stato proprio il consigliere leghista De Paoli, oggetto diretto di una sorta di procedura di whistleblowing ante legem. Curioso che, tra i tanti esponenti di maggioranza che avrebbero potuto esprimersi, sia stato proprio De Paoli a lanciarsi in un’improvvida lezione di educazione civica (tra le perle del consigliere: “Non vorremmo che la cura fosse più dannosa del male che intende curare!!”).
Non sarà che, mettendo avanti De Paoli, la maggioranza, oltre a schierarsi contro il whistleblowing come concetto, intendesse anche inviare un segnale chiaro alla dipendente regionale che si è esposta e a chiunque volesse seguire il suo esempio in futuro.
In questo modo la maggioranza manda un messaggio tanto esplicito quanto pericoloso ai dipendenti dell’ente: prima di parlare, meglio pensarci due volte!”
